Il circolo Fli “Indro Montanelli”  Roma XII, a seguito delle dimissioni dal partito Futuro e Libertà per l’Italia della maggior parte dei propri componenti , venuto meno il requisito minimo previsto per statuto , dichiara il proprio scioglimento.

Per quanto consapevoli che le motivazioni di tale scelta siano  completamente indifferenti al partito, riteniamo comunque giusto motivare il perché di un addio a soli due anni dalla nascita di questa nuova realtà politica.

Futuro e Libertà si è dimostrato per quello che è: un partito di destra (?) ma che tende al centro, laico ma a favore della chiesa tanto da stringere alleanza con l’UDC di Casini, legalitario ma non troppo, patriottico quanto basta. Per dirla in breve è esattamente come il suo manifesto programmatico presentato in pompa magna e magistralmente interpretato con commovente partecipazione da uno dei padri fondatori: un frullato di parole.

Dopo due anni trascorsi nel silenzio, senza una proposta, senza uno straccio di idea politica, senza un programma di più ampio respiro , Futuro e Libertà appare davvero per quello che è sempre stato: solo la possibilità del suo Presidente di svincolarsi dall’abbraccio mortale di Silvio Berlusconi; un partito i cui componenti sono uniti solo dalla tragica consapevolezza di aver seppellito una realtà, qual era AN, che contava sul 16% di consensi nell’elettorato, per finire ingurgitati dal  PDL dove  la visibilità spetta esclusivamente a quelli, e specialmente a quelle, che sono i prediletti del sovrano.

Finita l’attenzione mediatica dovuta per lo più all’antiberlusconismo di cui Futuro e Libertà si era fatto paladino, dimenticato il bisogno di legalità, Futuro e Libertà è rapidamente scomparso dalle scene politiche. Per evitare un fine ingloriosa e soprattutto per tentare di restare a galla, ora si pone all’interno del Terzo Polo, condividendo con l’On. Rutelli e il suo partito il triste destino dell’anonimato.

Non riconoscendoci in valori di Partiti altrui, a cui mai abbiamo aderito nè pensato di aderire, non potendoci riconoscere in un programma politico che ad oggi pare ancora non esistere,comunichiamo la nostra decisione di NON RINNOVARE l’ adesione per il 2012 al partito Futuro e Libertà per l’Italia.

Il Circolo FLI “Indro Montanelli” di Roma (Municipio XII)

Il Responsabile, il Direttivo, gli iscritti

hanno constatato che sono state disattese le forme di partecipazione sia nelle linee di Partito, sia nella scelta della dirigenza ad ogni livello territoriale, sia nella concreta scelta delle alleanze, anche pre-elettorali, con i Partiti del c. d. “Terzo Polo” a livello locale;

Visto il perdurante venir meno dello spirito partecipativo ed orizzontale all’interno del Partito, che spesso dà vita ad una profonda incoerenza con i valori fondativi di Futuro e Libertà per l’Italia, ponendo in grave difficoltà gli iscritti nelle quotidiane attività politiche a livello locale e territoriale;

Vista la mancata introduzione ad oggi nello Statuto di Partito di un adeguato Codice Etico che consenta l’applicazione anche (e soprattutto) all’interno del Partito di quanto da noi sottoscritto nel “Manifesto per l’Italia” a Bastia Umbra: Un’Italia intransigente contro la corruzione e contro tutte le mafie, che promuova la legalità, l’etica pubblica e il senso civico.”

Visti i gravi e noti fatti accaduti a Genova e Varese ove – al di là della particolarità della situazione locale – il Partito non ha posto in essere un intervento chiaro e perentorio che richiamasse ad un valore ETICO ed intransigente la condotta dei propri dirigenti ed iscritti;

Viste le questioni insorte a livello locale – anche ma non solo nella provincia di Roma – ove, al di là del merito particolare, è emersa con evidenza la mancanza di attenzione e co-partecipazione attiva, in ogni e qualsivoglia scelta politica operata dai dirigenti del Partito, rispetto agli iscritti, militanti e Circoli tutti che da mesi lavorano nei singoli Comuni interessati;

Visto che gli iscritti, i simpatizzanti, gli aderenti del Circolo “Indro Montanelli” di Roma hanno da sempre partecipato con entusiasmo ed interesse al “nuovo” che questo Partito intendeva rappresentare e costruire senza altro fine se non quello di apportare un contributo reale e personale al cambiamento necessario del Paese in questo particolare momento storico, per il bene e nell’interesse esclusivo proprio e dei propri figli;

Tanto osservato i componenti del Circolo Indro Montanelli decidono alla unanimità di sospendersi a far data da oggi dalle attività di Futuro e Libertà per l’Italia sino a quando non saranno poste in essere inequivocabili azioni volte a riprendere il cammino innovativo iniziato a Bastia Umbra, confinando in modo severo interessi e strategie egoistiche che non onorano quel senso di appartenenza che aveva unito intorno al Presidente Gianfranco Fini le forze migliori del Paese.

 

 

 

 

 

 

 

 

Foto da Paola Desideri.

Domani sera il Presidente Fini a “Servizio Pubblico” di Michele Santoro. A Roma e nel Lazio potremo seguirlo su Teleroma56 (ch15) e T9 (ch13).

Per gli ulteriori canali http://www.serviziopubblico.it/canali

Riportiamo di seguito un’altra avvicente puntata della compravendita parlamentare. L’articolo è tratto per intero dal fatto quotidiano del 22 ottobre 2011 a firma di Sandra Amurri

IL DEPUTATO FLI PROIETTI COSIMI E LA TRATTATIVA: CEPU E NOMINE, DICEVA “NON POSSO RESTARE A SECCO” Catia Polidori Eravamo seduti uno accanto all’altro, io e i colleghi Daniele Toto e Giorgio Conte. Abbiamo ascoltato con le nostre orecchie la Polidori che telefonava ai suoi parenti con la voce rotta dall’ansia per quell’emendamento che avremmo votato e che di fatto avrebbe soppresso il riconoscimento di Cepu come università online”. Lo rivela il deputato di Futuro e Libertà Francesco Proietti Cosimi consegnando al Fatto un’altra storia di bassa politica dell’era berlusconiana che stando alle dichiarazioni di giovedì del premier – “arriveremo fino al 2013” – continuerà a correre sui binari della compravendita. C’è solo da aspettare per scoprire se, dopo la cena di Berlusconi con Pannella, i prossimi “convinti” saranno i cinque radicali. Catia Polidori, la deputata che nella grande pesca berlusconiana ha vinto i premi più ambiti – il 5 maggio quello da sottosegretario e il 15 ottobre quello da viceministro allo Sviluppo Economico con delega al Commercio Estero – ha sempre detto che si trattava di un caso di omonimia e che non fosse parente del grande sponsor di Berlusconi fin dal 1994, Francesco Polidori, proprietario di Cepu (azienda che si propone di dare una laurea a tutti, con corsi ad hoc a distanza, a pagamento, naturalmente) con residenza a San Marino, dove ha ricevuto il titolo di “console a disposizione”. 14 dicembre Aggiungendo di non aver votato no all’emendamento anti-Cepu. “Non è vero, l’abbiamo vista tutti mentre lo faceva” puntualizza l’on. Proietti”. Laureata in scienze economiche,43 anni, di Città di Castello, imprenditrice, membro del Cda di diverse aziende, è considerata con Anna Maria Bernini (che l’ha anticipata nel salto dal trampolino con la rete di protezione diventando Ministro alle Politiche Comunitarie) una colomba del neo movimento finiano. La Polidori il 14 dicembre – nonostante avesse assicurato il 10 novembre e il 2 dicembre che “la notizia che avrei perplessità circa il da farsi rispetto alla mozione di sfiducia al governo è del tutto destituita di fondamento” – ha “salvato” il premier varcando in un baleno la soglia del governo. Scelta che ha trasformato l’aula in un parapiglia costringendo il presidente Fini a sospendere la seduta. Torniamo a quel 9 dicembre. All’ordine del giorno c’è il ddl Gelmini che ha tagliato i fondi per le scuole e le Università pubbliche. Il gruppo dei finiani dichiara che voterà a favore dell’emendamento – presentato dall’opposizione – contro il riconoscimento di Cepu come università online. Invece l’emendamento viene respinto, anche grazie ai voti di Fli. “Siamo stati costretti a cambiare idea per impedire che la Polidori passasse con Berlusconi” rivela Proietti. “Eravamo alla vigilia della fiducia del 14. La posta in gioco era ridare ossigeno al governo. Non ce la siamo sentita di rischiare la dipartita della Polidori che avrebbe potuto avere un effetto domino vista la virulenza della campagna acquisti messa in atto. Cepu è di suo cugino, ce lo ha detto lei. Era disperata, non sapeva come giustificarsi di fronte ai parenti… Si agitava, piangeva, telefonava rassicurandoli che Fli avrebbe votato con la maggioranza, poi riagganciava e ci diceva: ‘È la mia famiglia, se mi obbligate a votare contro me ne vado’”. Banco e sottobanco Ne è certo? La Polidori al Corriere dell’Umbria ha dichiarato di non avere alcun legame di parentela e di non aver votato quell’emendamento… “Sì, sono certo – assicura Proietti – Ho vissuto ogni attimo di quella vergognosa giornata e non ero solo, c’erano anche i colleghi Conte e Toto. Sì, siamo stati costretti, abbiamo dovuto farlo perché per noi la priorità era staccare la spina al governo”. E lei con una fava ha preso due piccioni. “Esattamente. La Polidori è stata la sola ad avere incassato due volte: da Fli e dalla Pdl”. Anche l’onorevole Giorgio Conte conferma quanto raccontato dal collega Proietti: “Io ero il suo compagno di banco . Un giorno la Polidori mi ha detto: ‘Sono rimasta qui e ho fatto una scelta contro i miei interessi, invece lei – guardando la Bernini – chissà quante prebende otterrà. E io che porto a casa? Niente’. Come si fa ad opporre valori e ideali ad una idea della politica personalistica e utilitaristica, in poche parole berlusconiana?”. Per molto meno in un qualsiasi altro Stato sarebbe scoppiata la rivolta morale. Mentre parlamentari che passano da un banco all’altro come fossero zucchine o limoni in un mercato altro non sono che la normalità di un Paese irrimediabilmente malato.

 Sandra Amurri – 22 ottobre 2011 – Fonte: Il Fatto Quotidiano

Di seguito riportiamo per intero un articolo tratto dal fatto Quotidiano del 19 ottobre 2011  a firma di Sandra Amurri, sulla compravendita dei deputati e la denuncia di      Di Biagio, deputato FLI.  Alla fine dell’articolo il link al sito del Fatto Quotidiano

“Aldo ti devo parlare, subito, subito”. La voce dall’altra parte del filo è dolce quasi come un confetto. Aldo Di Biagio, deputato di Fli eletto nel 2008 nel Pdl per la circoscrizione Europa. Siamo a dicembre, nel pieno del mercato dei parlamentari, i telefoni dei possibili “acquistabili” sono incandescenti, il tempo stringe, la maggioranza langue e la fiducia per il governo è una questione di vita o di morte.

Di Biagio, doppia nazionalità italo-croata, passato in An, finiano doc, una vita nel patronato, nel sindacato e nel volontariato, sposato, padre di tre figlie, ha voglia di raccontarlo tutto il “disgusto” provato e confessa: “Se Fini non fosse stato cacciato e non fosse nato Fli me ne sarei andato nel Gruppo misto, non ne potevo più di vedere ruberie di ogni tipo, nani e ballerine come figurine telecomandate, scene indecenti”. I rapporti con la collega-imprenditrice inviata in avanscoperta, poi nel caso in cui il terreno si fosse rivelato fertile la mano passerebbe ad altri per sottoscrivere il nobile “contratto”, sono sempre stati cordiali. Lei lo attende nel corridoio, lui le va incontro: “Sai Aldo, da te ci aspettiamo un atteggiamento serio e coerente. Guarda al futuro, fatti una fondazione e noi ti diamo 1 milione e mezzo di euro di Finmeccanica”. “Mi dispiace ma la mattina voglio continuare a guardarmi allo specchio per trovarci proprio quella persona coerente e seria che sono”. Lei lo guarda incredula. “Ci siamo salutati con la solita cordialità. Non aveva fatto altro che eseguire il mandato ricevuto da Verdini, queste sono le loro regole vergognose o le accetti o sei fuori. Capisco che di questi tempi possa sembrare retorico, ma tornare a casa e sentirmi dire da mia figlia più grande che ha 18 anni: sono fiera di te, è stata una gioia enorme che questi qui non proveranno mai” aggiunge con orgoglio di padre.

La compravendita, il punto più alto della bassezza della politica berlusconiana non è un reato a meno che, come nel caso di Di Biagio, la merce di scambio non sia Finmeccanica, società partecipata dallo Stato, dunque soldi pubblici. Perché non si è rivolto alla magistratura? Ci pensa un attimo, sorride e dice: “Non credo sia stato un caso che la proposta mi sia stata fatta nel corridoio! Comunque il peso della mia parola è sufficiente a provare il ‘reato’ politico”.

La notte Di Biagio l’ha trascorsa in bianco al fianco di Luca Bellotti (Pdl passato a Fli tornato all’ovile). “Cercavo di sostenerlo mentre riceveva telefonate a raffica da Verdini e da Berlusconi fino a che non si è scaricato il cellulare”. Ah sì la famosa notte raccontata così da Berlusconi alla festa dei giovani del Ppe: “Fini avrebbe fatto meglio a restare con noi perché molti dei suoi sono pronti a fare ritorno alla ‘casa madre’, ho fatto incontri tutta la notte anche se avrei preferito incontrare belle ragazze”. E cosa gli diceva Verdini? “La domanda da manuale: dicci cinque cose che desideri, quale problema vuoi che ti risolviamo?”. Tempo buttato via visto che Bellotti alla fine ha ceduto per un posto da sottosegretario al Welfare. E cos’altro? “Sapevo che il suo impianto di pannelli solari non navigava in buone acque, non è difficile immaginare come si sia conclusa la trattativa!” risponde allargando le braccia e ripete: “Scene indecenti come quella volta in Brasile”.

Quando al fianco di Berlusconi c’era il fido Lavitola. “Sì anch’io ho partecipato a quella missione: pseudo imprenditori italiani, puttanieri, ricottai che accreditati da Lavitola si presentavano in compagnia di ragazzine che sgomitavano per essere scelte. E lui, il nostro presidente del Consiglio si scambiava i numeri di telefono. Da rabbrividire. Per rendersi conto della credibilità di cui gode all’estero la conduttrice di un famoso programma brasiliano di satira con indosso una pelliccia e sotto nuda, ha cercato di farsi riprendere mentre si gettava tra le sue braccia”.

Ma c’è anche un’altra storia di compravendita fallita rimasta top secret, ascoltata dallo stesso Di Biagio, da Fini e da Casini, quella del deputato del Movimento associativo italiani all’estero (MAIE), Ricardo Merlo, eletto con 53 mila preferenze nella circoscrizione America Latina. Nato a Buenos Aires, madre argentina, padre di Treviso, laurea in Scienze politiche poi a tempo pieno nell’impresa immobiliare di famiglia. Denis Verdini è andato nel suo appartamento romano per chiedergli, come da copione: dicci cinque cose che desideri. Poi ha telefonato a Berlusconi e gliel’ha passato al telefono. Infine ha scoperto la carta che credeva vincente: una poltrona da viceministro agli Esteri con delega agli Italiani nel Mondo. “Io posso fare accordi sulla base di un progetto politico, ma un obiettivo non si può raggiungere a qualunque prezzo altrimenti perde di valore. Noi siamo contro la corruzione, contro quelli che fanno politica non per la gente, ma per se stessi” e con un sorriso sornione aggiunge: “Poi io non ho bisogno di soldi”. Il suo movimento – che conta anche la senatrice Mirella Giai – si è astenuto dal votare la fiducia. “Poi ci siamo resi conto che questo governo non fa il bene del Paese e degli italiani all’estero perché non si può prescindere da onestà, trasparenza e credibilità. Berlusconi è ancora qui, ma è già passato. É tempo di costruire il futuro”.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/19/di-biagio-fli-denuncia-eccocome-verdini-tenta-di-comprarci/164797/

Giovedì 29 anche il circolo Indro Montanelli era in piazza del Pantheon , insieme a valigia Blu, Agora Digitale, Popolo Viola, sindacati, partiti politici di opposizione, giornalisti e cittadini comuni. Tutti insieme contro il nuovo tentativo di attaccare la democrazia e impedire una libera informazione.

Alla manifestazione erano presenti alcuni dei nostri esponenti in parlamento, come Flavia Perina, della quale riportiamo una dichiarazione rilasciata al Messagero proprio sul comma 29 ammazza-blog “Pensare di applicare al web una legge sulla rettifica risalente al 1948 conferma la visione archeologica che il Pdl ha della realtà e della società – dice Flavia Perina, deputata di Fli – Ostili ad ogni forma di aggiornamento dei diritti, nemici di ogni innovazione che modifichi l’esistente, dalla banda larga alle unioni civili, credono di poter intervenire sulla rete con modalità ideate da classi dirigenti migliori di loro, quando non esisteva neanche la tv. Credo che sarebbe ragionevole, ed eviterebbe ulteriori figuracce alla maggioranza, limitare il dovere di rettifica alle sole testate giornalistiche online registrate in Tribunale, e rinviare ogni iniziativa sul resto ad un dibattito serio che coinvolga tutti i soggetti che operano sulla rete. Abbiamo depositato oggi stesso due emendamenti a riguardo”

Di seguito alcune altre foto della manifestazione

E siccome questi giorni sono un susseguirsi di manifestazioni alle quali partecipiamo, accanto ad associazioni apolitiche, a difesa della legalità, mercoledì 28 abbiamo preso parte alla manifestazione parlamento pulito. Eravamo in piazza di Monte Citorio nel pomeriggio e poi la sera in piazza SS Apostoli per la notte della legalità. Di seguito le foto di quella manifestazione

Come circolo sosteniamo la protesta contro l’ennesimo attacco alla democrazia e  alla libertà di informazione.

A sostegno della manifestazione contro ogni forma di bavaglio,  in programma  a Piazza del Pantheon  a Roma, questo blog proclama uno sciopero virtuale e il blog non sarà aggiornato per tutta la giornata del 29 settembre.

Aderiamo inoltre all’iniziativa di Valigia Blu per un post a reti unificate, un articolo nel quale si spiega esattamente cosa non va nella legge , e perchè rischia di diventare una norma ammazzablog. Di seguito l’articolo

Cosa prevede il comma 29 del ddl di riforma delle intercettazioni, sinteticamente definito comma ammazzablog?
Il comma 29 estende l’istituto della rettifica, previsto dalla legge sulla stampa, a tutti i “siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica”, e quindi potenzialmente a tutta la rete, fermo restando la necessità di chiarire meglio cosa si deve intendere per “sito” in sede di attuazione.

Cosa è la rettifica?
La rettifica è un istituto previsto per i giornali e le televisione, introdotto al fine di difendere i cittadini dallo strapotere di questi media e bilanciare le posizioni in gioco, in quanto nell’ipotesi di pubblicazione di immagini o di notizie in qualche modo ritenute dai cittadini lesive della loro dignità o contrarie a verità, questi potrebbero avere non poche difficoltà nell’ottenere la “correzione” di quelle notizie. La rettifica, quindi, obbliga i responsabili dei giornali a pubblicare gratuitamente le correzioni dei soggetti che si ritengono lesi.

Quali sono i termini per la pubblicazione della rettifica, e quali le conseguenze in caso di non pubblicazione?
La norma prevede che la rettifica vada pubblicata entro due giorni dalla richiesta (non dalla ricezione), e la richiesta può essere inviata con qualsiasi mezzo, anche una semplice mail. La pubblicazione deve avvenire con “le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”, ma ad essa non possono essere aggiunti commenti. Nel caso di mancata pubblicazione nei termini scatta una sanzione fino a 12.500 euro. Il gestore del sito non può giustificare la mancata pubblicazione sostenendo di essere stato in vacanza o lontano dal blog per più di due giorni, non sono infatti previste esimenti per la mancata pubblicazione, al massimo si potrà impugnare la multa dinanzi ad un giudice dovendo però dimostrare la sussistenza di una situazione sopravvenuta non imputabile al gestore del sito.

Se io scrivo sul mio blog “Tizio è un ladro”, sono soggetto a rettifica anche se ho documentato il fatto, ad esempio con una sentenza di condanna per furto?
La rettifica prevista per i siti informatici è quella della legge sulla stampa, per la quale sono soggetti a rettifica tutte le informazioni, atti, pensieri ed affermazioni ritenute dai soggetti citati nella notizia “lesivi della loro dignità o contrari a verità”. Ciò vuol dire che il giudizio sulla assoggettabilità delle informazioni alla rettifica è esclusivamente demandato alla persona citata nella notizia, è quindi un criterio puramente soggettivo, ed è del tutto indifferente alla veridicità o meno della notizia pubblicata.

Posso chiedere la rettifica per notizie pubblicate da un sito che ritengo palesemente false?
E’ possibile chiedere la rettifica solo per le notizie riguardanti la propria persona, non per fatti riguardanti altri.

Chi è il soggetto obbligato a pubblicare la rettifica?
La rettifica nasce in relazione alla stampa o ai telegiornali, per i quali esiste sempre un direttore responsabile. Per i siti informatici non esiste una figura canonizzata di responsabile, per cui allo stato non è dato sapere chi sarà il soggetto obbligato alla rettifica. Si può ipotizzare che l’obbligo sia a carico del gestore del blog, o più probabilmente che debba stabilirsi caso per caso.

Sono soggetti a rettifica anche i commenti?
Un commento non è tecnicamente un sito informatico, inoltre il commento è opera di un terzo rispetto all’estensore della notizia, per cui sorgerebbe anche il problema della possibilità di comunicare col commentatore. A meno di non voler assoggettare il gestore del sito ad una responsabilità oggettiva relativamente a scritti altrui, probabilmente il commento (e contenuti similari) non dovrebbe essere soggetto a rettifica.
 

Mercoledì 28 settembre il Parlamento sarà chiamato ad esprimersi sulla mozione di sfiducia al Ministro Saverio Romano, su cui pende una richiesta di rinvio a giudizio per concorso in associazione mafiosa.

Al di la di schieramenti politici e ideologici, riteniamo sia fondamentale, in un momento così buio per la Repubblica italiana e per la nostra democrazia, sottolineare che l’Italia merita di meglio, merita una classe dirigente non corrotta, politici che non siano neppure sfiorati da qualsivoglia sospetto di rapporti con la criminalità organizzata.

Per questo motivo il Circolo FLI “Indro Montanelli” aderisce alla manifestazione Istituzioni Pulite- Notte bianca per la legalità.

Questo il programma:

Ore 15.30 piazza di Montecitorio, pacifica e simbolica catena umana a difesa della Camera dei Deputati, ribadendo la pretesa collettiva di pulizia sul piano morale e penale dell’Istituzione

Ore 20 piazza SS. Apostoli, Notte della legalità, con interventi di esponenti dei movimenti, impegnati nella promozione e diffusione della cultura della legalità.

Tutte le informazioni sul sito : http://nottebiancalegalita.blogspot.com/